Non è una novità che chi compie il bene non ha la strada spianata. Come pure chi non negozia la verità avrà una vita facile. La sorte del diacono Stefano ne è un chiaro esempio. Una storia di gente comune che per amore del Bene, della Verità di Gesù non si scoraggia e, rischia fino alla morte la propria vita.
Dopo la lapidazione di Stefano, nel terrore seminato dalla persecuzione cristiana con l’intento di distruggere la Chiesa, molti cristiani si allontanano da Gerusalemme. Nonostante i venti contrari non viene meno un senso di responsabilità. La gente non si scoraggia e nei villaggi raggiunti per mettersi in salvo, continuano a raccontare di Gesù. Questo mi porta a pensare che in loro c’è tenacia, una forza d’animo sorprendente, c’è passione per Gesù.
Come Chiesa mi fa riflettere, che siamo sempre alle prese con i venti contrari dove l’intento del Diavolo è quello dì scoraggiarci, di farci mollare tutto. Di dividerci tra paure, critiche e accuse reciproche. Di farci perdere la passione, il desiderio di Gesù; magari attraverso dei ragionamenti umanamente sensati ma privi di amore. Un genitore per i propri figli ragiona con il cuore e non con le paure o con la perdita di coraggio o con quel “e gli altri si arrangino”.
In questo fuggi, fuggi, Filippo si trova nella regione della Samaria e trasmette agli altri il suo amore per Gesù è quindi per la vita. L’atteggiamento di Filippo cosa ci aiuta a capire? Noi trasmettiamo ciò che siamo. Le nostre parole, i nostri atteggiamenti dicono ciò che siamo. Una persona è ciò che desidera.
Questo ci aiuta a comprendere l’importanza della qualità della nostra persona. Un genitore sulla base di ciò che è fa crescere il figlio. Una Parrocchia cresce dalla qualità delle persone che la formano.
NON PERDIAMOCI D’ANIMO